Si parla di contagi, tamponi e ancora di decessi. Purtroppo il tema principe della giornata è sempre il solito, almeno per i successivi giorni e forse anche per quelli dopo il 3 di Aprile. Si vive il presente, ma si guarda già avanti ! Oggi il Governo Conte ha fatto un paio di conti e ha dato vita al terzo decreto nel giro di 10 giorni, lo ha chiamato "Cura Italia"; vediamo cosa prevede.
Siamo un modello per l'Europa; che ci seguano! Il contenuto dell'intervento del Premier a Roma, può essere riassunto in queste semplici parole. Per una volta il nostro paese, nella sfortuna che sta vivendo, ha avuto il coraggio di reagire e per primo sta prendendo decisioni e adottando soluzioni idonee, che si spera apportino benefici nel giro del più breve termine possibile, ma che guardano anche al futuro.
Oltre allo stop sui mutui da parte delle banche, allo slittamento degli adempimenti fiscali etc., arrivano anche misure economiche per aiutare imprese, commercianti, liberi professionisti, famiglie e soprattutto il nostro caro amato Servizio Sanitario Nazionale, messo a dura prova negli ultimi giorni ma del quale dobbiamo andarne fieri e sforzarsi di migliorarlo sempre di più.
Fondo per 25 miliardi e finanziamenti per una copertura di 350 miliardi, mica noccioline. Ovviamente non sarà l'ultima chiamata per Conte e per il Consiglio dei Ministri, che si dovranno raggruppare nuovamente verso Aprile e tirare le somme delle varie manovre adottate.
"Sono orgoglioso perché partecipe di una comunità che ho l'onore di guidare in un periodo così complesso della nostra storia" afferma Conte. "Alcuni italiani sono in trincea negli ospedali, in fabbrica, nelle farmacie o dietro ai banconi di un supermercato, tanti rimangono a casa ma non sono inerti, li sostengono dal balcone, dalla finestra, cantando l'inno nazionale. Possiamo essere orgogliosi di essere italiani, insieme ce la faremo".
Mentre in Europa gareggiano a chi ci rende più ridicoli, tra finti colpi di tosse e sottolineando la nostra "non-voglia" di faticare, un pensiero va principalmente a chi questa crisi non potrà raccontarla di persona, una volta che sarà tutto finito. Nel frattempo, restimo in casa per favore.
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